Vacanza: temporanea cessazione di una attività.
Dal latino VACUUS: esser vuoto, libero, sgombro, vacante, spensierato
Già nel 1621 R. Burton, nel trattato “L’anatomia della malinconia” scriveva che la cura migliore per combatterla era cambiare ambiente, viaggiare, variare paesaggio e trovare un posto che permettesse di ammirare l’orizzonte.
Ammirare l’orizzonte… teniamo presente questa frase!
Nei quadri di Monet già si vedono donne al mare, certamente di classe sociale elevata : che la vacanza fosse un bene necessario lo confermò per prima proprio la Francia, con un decreto del 1925 (divenuto legge nel 36) che ideò e approvò le “ferie pagate”, seguita dall’Italia nell’aprile 1927. E in Italia nel 1947 nasceva ALPI… (Alpitour vi dice qualcosa?), agenzia sinonimo di “vacanze ben organizzate”.
Film “Vacanze Romane”… vacanze dei divi in Italia. Italia che a fine anni 60 vede l’esplosione del numero di strutture alberghiere e turistiche.
Meta prediletta: il mare… e il mare italiano… come non capire… E ancora oggi il mare si conferma la meta preferita, con i suoi colori, la sua forza, la sua luce, grande portatore di benessere!
Anche quest’anno circa 35 milioni di italiani ha potuto fortunatamente godere di un periodo di vacanza : bene!
Al rientro, la metà (1 su 2) , ha accusato e, per alcuni tuttora presenti, sintomi da SINDROME DA RIENTRO.
«Si chiama Post-vacation blues o Holiday Blues, e per molti è un appuntamento fisso con la fine delle vacanze – spiega il dottor Francesco Cuniberti -. Si manifesta con ansia, motivata anche dalla preoccupazione per la situazione della pandemia, con sensazione di disagio che si accompagna a sintomi quali tensione muscolare, tachicardia, sudorazione, difficoltà di concentrazione e stanchezza mentale, irritabilità e nervosismo, insonnia e/o disturbi del sonno, alterazione dell’appetito. Si tratta di sintomi transitori che passano una volta ripresa la routine quotidiana. Tuttavia, se i sintomi non passano in qualche settimana, è bene rivolgersi a uno specialista perchè lo stress da rientro potrebbe sfociare in una sindrome ansiosa vera e propria». Il Prof. Cuniberti, San Pio X- Psichiatra specialista in disturbi di ansia e panico, scriveva questo nel settembre 2021 quando come aggravante, venivamo tutti dall’isolamento della pandemia Covid19, isolamento che danni pesanti ha portato sull’emozionale delle persone.
“ Si tratta della cosiddetta sindrome da rientro, detta anche back-to-work blues, ovvero una naturale difficoltà di adattamento. Ciò può manifestarsi perché il nostro corpo e la nostra mente, dopo un periodo medio-lungo di riposo, divertimento e relax, faticano naturalmente a riabituarsi ai ritmi abituali.” scriveva la Dott.ssa Elena Mandorino, psicologa CDI nel settembre scorso anno.
” La depressione post-vacanza non è una condizione clinicamente riconosciuta, eppure gli specialisti della psiche vi fanno riferimento per indicare quel particolare stato depressivo che alcune persone sperimentano al ritorno dalle ferie.
Esso si può tradurre in disagio emotivo, senso di ansia, forte nostalgia, aumento dello stress e/o dell’irritabilità, difficoltà a dormire: tutte condizioni che possono interferire in maniera più o meno evidente (e consapevole) nella vita quotidiana, influenzando le relazioni sociali e interpersonali, ma anche e soprattutto le prestazioni sul lavoro o negli studi. “ e questo da IPSOA, (giornalista Raffaella Serini) qualche giorno fa.
La sindrome da rientro dalle vacanze non è una vera e propria patologia, ma una condizione psicologica transitoria che si manifesta solitamente al ritorno dalle vacanze. La fine delle ferie e il rientro dalle vacanze segnano anche la fine di un periodo trascorso fuori dalle solite abitudini, con ritmi diversi e con più spazio per relax e divertimento. I principali sintomi della sindrome da rientro delle vacanze sono soprattutto legati ad ansia, stress e depressione. Può accadere infatti di provare:
• attacchi d’ansia post vacanze (ma anche da rientro al lavoro);
• una certa tristezza (o, in alcuni casi, una depressione post ferie);
• un vero e proprio stress da rientro.
E perchè tutto questo?
1) Ritmo circadiano . Il nostro corpo nei suoi tessuti ed organi , è dotato di numerosi “orologi” e l’orologio “MAESTRO” si trova nell’ipotalamo, precisamente nel nucleo soprachiasmatico : questo coordina tutti gli altri orologi, dando il tempo, il ritmo.. .ritmo circadiano appunto. Il nucleo soprachiasmatico riceve le informazioni sulla luce ambientale attraverso la retina e invia le informazioni che giungono alla ghiandola pineale, che provvede ad attivare o inibire la secrezione di melatonina. La notte, quando viene meno lo stimolo della luce solare la pineale favorisce la maggiore secrezione di melatonina per ridurre lo stato di attivazione ed indurre il sonno.
Questa macchina meravigliosa è influenzata da parecchi fattori quali passare la notte davanti a dispositivi elettronici, orari caotici nei pasti e nelle ore di riposo e veglia, jetleg e inquinamento atmosferico.
E già da questo si intuisce quali disagi possano presentarsi in cambiamenti dello stile di vita dall’attività alla vacanza e poi di nuovo all’attività… magari in città con aria irrespirabile dopo aria di mare… magari bandiera blu!
2) Alcool. In vacanza è facile, anche per chi non è consueto farne uso a casa, assumere alcoolici… magari un pochino in eccesso: e questo, che ha come effetto immediato euforia, disinibizione e attenuazione o scomparsa di ansia, socializzazione, porta, poi, agli opposti e contrari e dunque a depressione, tachicardia, insonnia, eccessi di ansia.
3) Alimentazione . Si sa che in vacanza si tende a mangiare in maniera diversa… in maggiore quantità e con scarso equilibrio tra i nutrienti. Il risultato è che l’aumento di peso medio è di circa 2Kg.. E aumento di peso significa aumento di indici infiammatori e, per una complessa modificazione chimica, nella donna anche ansia e depressione.
Non trascurabili poi aspetti concause: incombenze in sospeso (che ripiombano e si catapultano come un masso sull’ex vacanziero) , problemi economici (lasciati alle spalle per rigenerarsi un attimo ma… rieccoli) e ultimo, ma di rilevanza estrema, problemi familiari e di coppia. In tutti i Paesi, dopo le vacanze, sia estive che invernali, crescono in maniera esponenziale separazioni e divorzi…. Insomma, quasi come la pandemia: convivenza forzata, la coppia… scoppia.. A casa, nel quotidiano, i vari impegni costringono a poca frequentazione… invece in vacanza…. neanche le fughe son consentite… sei lì… e magari nella medesima camera!
Mi pare che la panoramica offra molti spunti di spiegazione della SINDROME da RIENTRO!!!!!
Certamente come ben spiega la Prof. Molina, l’eccessiva pienezza, il dover fare tanto e tutto per divertirsi ad ogni costo, vacanze di corsa…. al rientro… pare il vuoto, il nulla, una calma eccessiva… e allora… “che malinconia!” oppure “che ansia!”
Come gestire questo disagio?
“I nostri antenati avevano un innato senso della salvaguardia di sé, in quanto dovevano auto-proteggersi da molti pericoli esterni come i predatori e l’ambiente. È da quegli antenati che derivano i nostri due importanti sistemi nervosi complementari: il sistema parasimpatico e quello simpatico. Il primo entra in gioco quando siamo rilassati, mentre il secondo quando ci troviamo in situazioni di stress (eventi significativamente pericolosi, l’ambiente lavorativo o la vita privata).
In sintesi, il sistema simpatico tiene l’organismo in situazione di “attacco”, facendo consumare molta energia all’organismo attraverso una serie di effetti (accelerazione del battito cardiaco, aumento della pressione arteriosa, sudorazione, contrazione muscolare, inibizione dell’attività gastrointestinale). I mediatori chimici di queste risposte vegetative sono la noradrenalina, l’adrenalina e il cortisolo, i quali fluiscono molto più lentamente e durano per periodi più lunghi. Quando si riscontra un disequilibrio tra il sistema simpatico e quello parasimpatico vi è spesso uno stato di stress….. fondamentale mantenere preservato un atteggiamento di cura di sé: avere cura di sé aiuta a non dimenticare che ognuno di noi è una persona con le proprie necessità e bisogni unici, e aiuta anche a riconoscerli, rispettarli e dare loro il giusto valore.”