«La relazione madre-bambino è unica e senza termini di paragone, stabilita in modo immutabile per tutta la vita come il primo e più forte oggetto d’amore e come il prototipo di tutte le successive relazioni amorose» (Freud, 1940: p. 45).
Piangere, aggrapparsi, sorridere, sono tutti comportamenti di attaccamento che possono essere considerati come schemi pre-programmati, che prendono forma e si sviluppano in virtù dell’istinto di sopravvivenza.Ugualmente pre-programmata è la sensibilità e la prontezza ai segnali del figlio da parte della madre, la sua capacità di decodificare il tipo di pianto etc. Ne consegue che le condizioni che contribuiscono allo sviluppo o meno dell’attaccamento sono: la prontezza, la sensibilità attraverso cui la madre risponde ai segnali di un bambino, nonché l’entità e il tipo di interazione tra la coppia (Bowlby, 2003). Se la figura di attaccamento è riuscita a mostrarsi sicura, empatica, responsiva, essa, sarà in grado di garantire nel corso dello sviluppo del bambino una base altrettanto sicura, fondamentale per consentire al piccolo dell’uomo di esplorare l’ambiente, di giocare e sviluppare tutti quei comportamenti sociali che gli apriranno le porte verso l’età adulta.
Grande è l’importanza della manipolazione nello sviluppo…
Scrive la Dott.ssa Merati ” Il ruolo vitale dell’attivazione della pelle nell’animale, in particolare nei mammiferi, è stato sottolineato dagli etologi. L’atto di leccare il neonato da parte della madre è stato rilevato nella maggior parte dei mammiferi…..
Gli scimpanzé, i gorilla e molti altri primati tenuti isolati in cattività deperiscono, tranne nel caso in cui la persona che se ne prende cura offra loro il contatto e la sicurezza di cui hanno bisogno giocando con loro, grattandoli e accarezzandoli. Il contatto corporeo ha conseguenze calmanti…..Levine mostra in un suo studio come gli animali che sono stati stimolati e che sono stati “manipolati” si sviluppano più rapidamente degli altri. Inoltre questo autore sostiene che molte delle differenze che sono state rilevate e considerate come costituzionali negli animali da laboratorio e che si era voluto attribuire a temperamenti diversi, dipendono invece più semplicemente dal fatto che questi animali siano stati coccolati o no durante i primi momenti di vita.
C’è molta somiglianza tra quanto succede fra gli animali e quanto si verifica nell’uomo durante il suo sviluppo da embrione – feto a neonato, bimbo, adulto.
Durante la gravidanza il bambino risponde alle minime pressioni provenienti dal mondo esterno. Quando una donna incinta è distesa le è possibile prendere l’utero in mano come una palla e prendere contatto con il bambino. Basta la leggera pressione di un dito a rappresentare un richiamo, e subito il bambino reagisce e si muove.Il comportamento di attaccamento postnatale si prepara dunque molto prima della nascita ed è bene notare che la madre, il padre, la coppia sono notevolmente modificati dal contatto precoce con il feto. Secondo Veldman “l’affermazione esistenziale per essere efficace deve essere avviata e proseguita per tutto il periodo dello sviluppo intrauterino, per poi essere confermata nei primi momenti di esistenza postnatale”.
L’affermazione tattile-affettiva sarebbe infatti un bisogno vitale primario assolutamente necessario allo sviluppo della vita affettiva.
In utero, che la madre palpi o meno il bambino, la superficie cutanea riceve numerosi messaggi che organizzano un certo ritmo in funzione di quello ma-terno. Quando si avvicina il parto le pareti uterine si avvicinano e le contrazioni sono più frequenti. Con il processo del parto le fonti di sollecitazione della superficie cutanea si moltiplicano e si intensificano.
I gesti che seguiranno la nascita assumono invece un’altra dimensione, quando per la prima volta il bambino è visibile, vestito della sua sola pelle. Inizia un altro modo di comunicare. L’abbraccio materno, per quanto ricco e completo, non può coprire tutta la superficie del corpo, né permanere ininterrotto giorno e notte.
Ma, al suo posto, la madre offre carezze e parole.
La pelle del bambino è oggetto di cure materne regolari e attente. Esiste una vasta gamma di contatti con la pelle del bambino: carezze, sfregamenti, pres-sioni, palpazioni, piccoli pizzicotti ripetuti, contatti per via aerea (il fiato diretto al viso o al corpo del bambino), contatto con le labbra, baci, leccaggio (gli animali leccano volentieri i bambini che accettano volentieri questo contatto).
Le carezze, le manipolazioni erotizzano il corpo del bambino, mentre anche la madre riceve apporti sensuali. È così che nascono le premesse del dialogo e della mutualità.
Il desiderio del bambino di rannicchiarsi contro l’adulto può corrispondere al bisogno di un involucro e di protezione. Inoltre, dato che i movimenti involontari del neonato sono per lui in certi casi delle tempeste incontrollabili, il bambino necessita all’inizio di essere “contenuto” fisicamente dall’ambiente.
Non è semplicemente partendo da qui che si può affrontare il problema dell’abbandono e delle carenze infantili con tutte le patologie che ne conseguono, ma bisogna sottolineare l’importanza da attribuire, nel bambino, alle manipolazioni e al contatto amorevole, al bagno tiepido, alle carezze sul viso, al cullare ritmico tra le braccia materne.
È evidente che, in rapporto a cattive vicende di relazione che un individuo può subire in età formativa (soprattutto in rapporto con le figure primarie) e che vedono la pelle come uno scenario di realizzazione di un difettoso scambio intersoggettivo, si possono manifestare, in età adulta, turbe psicopatologiche di diverso contenuto e gravità, dalle nevrosi alle psicosi, alle malattie psicosomatiche .”
“La carezza non è un semplice sfiorare, è formare”. J.P. Sartre (1943)
Ma ancora….
“I bambini hanno bisogno che le loro madri restino donne, che abbiano interessi e passioni nel mondo. I nostri figli hanno bisogno anche dell’assenza della madre, altrimenti non c’è libertà”….se guardiamo al bambino: egli ha bisogno, sì, della presenza della mamma (del suo sguardo, delle coccole, dell’abbraccio), ma hanno altrettanto bisogno dell’assenza delle madri, perché solo in questo modo può esserci libertà dalla madre…
In altre parole se siamo solo e soltanto mamme, se trascorriamo la nostra esistenza gratificandoci solo nel ruolo e nell’esperienza della maternità rischiamo di rinchiudere i nostri figli, di stritolarci in un abbraccio che alla fine si rivela deleterio. Una trappola d’amore che non permette loro di affrancarsi e diventare liberi….Riscoprire la nostra individualità permette anche di cambiare approccio mentale, di abituarsi all’idea che il dono più alto della maternità non è avere un figlio “proprio”, ma dare la vita ad un figlio “proprio” che in realtà non lo è. E’ un individuo destinato ad andarsene e che noi stesse aiutiamo ad imparare a camminare e muoversi nel mondo, per poterci poi abbandonare. Secondo Recalcati essere madre vuol dire anche “ospitare la vita nella vita, crescere la vita, prendersi cura della vita rendere la vita del figlio vita unica ed insostituibile, ma al tempo stesso saper perdere questa vita, saper lasciare andare questa vita”.
Allora, ricordando le parole di Donald Winnicott sulla “madre sufficientemente buona” (cioè una mamma imperfetta, ma al tempo stesso sana e presente affettivamente), è giusto riflettere sul fatto che non è necessario, anzi sarebbe sbagliato, concedere tutta la nostra esistenza al bambino, ma anzi dobbiamo accentuare in egual misura la nostra presenza e la nostra assenza di madre (lasciando spazio alla dimensione di donna) per riuscire a custodire la vita di nostri figlio e contemporaneamente prepararci alla separazione da lui.”
FLORITERAPIA per rafforzare il rapporto madre-figlio
Nella mia esperienza,molti sono gli adulti che non ricordano un bacio o una carezza della madre. Le reazioni..gli stati d’animo..si dibattono tra la rabbia,la tristezza,la difficoltà di essere una madre”affettiva”…e come si può dare l’affetto se non lo si è conosciuto??? E ancora..rancore da superare….insomma un lutto da sanare. I primi rimedi vengono dalla floriterapia.
Il rapporto con la madre,prenascita e nascita,incarnazione e radicamento,è legato al primo chakra,il chakra della radice ,appunto. Davanti a disagi manifesti,va tenuto conto sempre della componente di “insicurezza” che caratterizza queste persone. Oltre a Mimulus,per le paure che danno instabilità,si utilizzeranno dunque anche fiori di altri repertori .
Ad esempio per rinforzare il rapporto con la madre citiamo Bottlebrush,essenza del Bush Australiano,che agisce in maniera ottimale sul colon,alleviando i disagi da sindrome del colon irritabile,drenando e pulendo questa via di eliminazione delle tossine di vitale importanza. Bottlebrush favorisce il legame tra madre e figlio,che può essere ostacolato anche da sentimenti negativi della madre nelle prime fasi della gravidanza. I rifiuti che in tal caso l’essenza elimina,sono di ordine emotivo, che possono avere avuto influsso sfavorevole sul bambino (bambino.. anche interiore..che va ben oltre l’età anagrafica e chi accompagna sino alla morte)già prima della nascita.
La forma stessa del fiore evoca una spazzola,un rullo…pensiamo all’utensile per pulire le bottiglie appunto…o al rullo dell’autolavaggio….L’essenza “spazza via”il passato,invitando la persona ad accogliere nuove esperienze e situazioni. La vita è piena di conclusioni..e di nuovi inizi…opporsi significa bloccare il corso della vita.
E dalla California ,Mariposa Lily , è di grande aiuto quando a causa di un vuoto rapporto emotivo con la madre, di traumi famigliari, di divorzi, di maltrattamenti o di abbandoni. L’individuo viene danneggiato nel suo rapporto con il femminile, si sente freddo e vuoto, abbandonato e rifiutato.
Negli uomini si concretizza un distaccamento della loro parte femminile e nella donna donne con un abbandono/ negazione dell’ istinto materno.
E poi incontriamo le madri Chicory: la madre Chicory, in stato disarmonico, se non ottiene dagli altri ciò che vuole, può comportarsi come manipolatrice (a livello inconscio) delle vite e aspirazioni altrui, arrivando ad esprimere un amore possessivo e distorto. Chi necessita di nutrirsi dell’amore degli altri costantemente (e se non lo riceve soffre), ha bisogno di Chicory. Le madri Chicory sono costantemente affannate nell’organizzare la vita dei figli…in sostanza li manipolano,dicendo che fanno ogni cosa per il loro bene.
Centaury è indicato per coloro che fanno fatica a dire di “no!”, che sono schiacciati dagli altri, che sono obbedienti, sottomessi, con la tendenza ad autoannullarsi per l’altro. Questo rimedio è indicato per coloro che sono ipersensibili ai bisogni altrui, che sono docili e arrendevoli. La manifestazione di complessi di inferiorità o sudditanza, spesso porta a casi di astenia, apatia, stanchezza cronica fino a giungere all’anemia. Nei bimbi Centaury riscontriamo caratteri taciturni, dimessi; sono coloro che non creano alcun problema ai genitori, i cosiddetti “bravi bambini”. Potremmo dire mamma Chicory …figlio Centaury.
Come è difficile essere MADRE!!! Serve la Vocazione per esserlo ed è una MISSIONE farla.
Grazie a TUTTE LE MAMME,no solo oggi ma ogni giorno della nostra vita e..per sempre!
Fonti :www.milano-psicologa.it/stili-di-attaccamento-personalita-del-bambino/ Simona Lauri
www.pianetamamma.it/donna-e-mamma/la-madre-lessico-famigliare.html
Tesi di Tonina Dotta -parte terza- “L’importanza della manipolazione nello sviluppo. Dott. L. MERATI Medico chirurgo, coordinatore del Centro Medicina Psicosomatica e parte quarta /Floriterapia:dalla pelle all’anima