Amiche di Cieloacquaterra, nella giornata dedicata alla Donna, essere meraviglioso che ha il privilegio di donare la Vita, parliamo anche di un disagio/ sofferenza che affligge la stragrande maggioranza femminile, a partire dalla pubertà (in casi eccezionali anche prima!) e per l’esistenza tutta: vaginiti e cistiti recidivanti.Perché la vita di molte donne è devastata da vaginiti e cistiti recidivanti? Le vaginiti da Candida sono la causa più frequente del dolore all’inizio del rapporto (“dispareunia introitale”) e di un’infiammazione cronica e dolorosissima dell’entrata della vagina, chiamata vestibolite vulvare (o vestibolodinia provocata, secondo le classificazioni più recenti). Le cistiti ricorrenti, a loro volta, nel 60% dei casi si presentano associate (“comorbilità”) al dolore ai rapporti e alla vestibolodinia.
Che cosa lega tra loro queste patologie che, da sole, colpiscono il 15% delle donne? Alcuni fattori predisponenti comuni: disturbi intestinali, quali sindrome dell’intestino irritabile e stitichezza, da curare bene. L’Escherichia Coli, il germe che causa circa l’80-85% delle cistiti e molte vaginiti, proviene infatti dall’intestino… Le ricerche più recenti hanno tuttavia individuato un fattore critico che spiega la recidività, ossia la tendenza a ripetersi di determinate infiammazioni, non solo genitali, in verità, ma anche bronchiali, polmonari, tonsillari, gastrointestinali o prostatiche… Il segreto di questa vulnerabilità alle infezioni ricorrenti sta nei biofilm patogeni extra o intracellulari: si tratta di comunità di batteri diversi, e di funghi, racchiusi e protetti da una rete di proteine e zuccheri prodotta da loro stessi, che si radicano nei tessuti già dopo una prima infezione. Questa rete protettiva rende i batteri quasi inattaccabili dagli antibiotici, ma anche dalle nostre stesse difese immunitarie: è come avere dei veri e propri terroristi in casa. I batteri se ne stanno lì, in agguato, in uno stato sospeso, pronti a rivirulentarsi non appena le difese immunitarie si abbassino e/o si accentuino i fattori predisponenti o precipitanti.
In vagina questi biofilm sono soprattutto extracellulari, posti tra le cellule che rivestono la parete della vagina e la cavità. In vescica sono intracellulari: l’Escherichia coli entra nelle cellule e vi si moltiplica dando un’infiammazione cronica (che causa la sindrome della vescica dolorosa, fino alla cistite interstiziale). Quando i batteri si moltiplicano al punto da rompere le cellule della vescica che li ospitano, entrano in vescica, infettano l’urina e danno la classica cistite. Non è quindi (solo) questione di igiene intima: la causa prima è invece una reinfezione che parte dall’interno del corpo stesso. Ecco perché bisogna usare con parsimonia e intelligenza clinica gli antibiotici, che altrimenti causano aumento delle resistenze batteriche e devastazione di tutti gli ecosistemi del corpo, ed è necessario utilizzare strategie completamente diverse.
Bisogna modificare i fattori predisponenti, precipitanti e di mantenimento. E bisogna agire sui biofilm patogeni: in primis, aumentando in vagina i microrganismi amici, i lattobacilli, che sono le forze alleate, scegliendo i ceppi più adeguati…”

Queste parole sono della Prof. Alessandra Graziottin – Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano e risalgono a ben 10 anni fa.

Facciamo un balzo di 5 anni e siamo nel 2018.

“Nuovi integratori potenti come farmaci. È questa l’arma vincente per risolvere vaginiti e cistiti ricorrenti, quelle che si presentano almeno tre volte all’anno nonostante le cure antibiotiche. A soffrirne sono in tante e addirittura il 60 per cento ha entrambi i disturbi contemporaneamente. Ma nella metà dei casi le donne si curano da sole. Con il rischio di peggiorare il problema”.

«Oggi sappiamo che c’è un “link” tra i due disturbi» spiega Francesco De Seta, responsabile del Servizio di patologia infettiva ostetrico ginecologica IRCCS Burlo Garofolo di Trieste. «Gli studi hanno dimostrato che il microbiota, cioè l’insieme di microrganismi essenziali per la salute, non esiste solo nell’intestino ma anche nella vagina e nella vescica. L’uso eccessivo di antibiotici altera l’equilibrio di questo ecosistema e crea uno stato di infiammazione che provoca le continue ricadute. Non solo. Si costituisce una popolazione di microrganismi resistenti ai farmaci che forma il biofilm, cioè una specie di pellicola, sulle pareti della vescica o della vagina. E che impedisce alle cure tradizionali di funzionare».
Per “demolire” il biofilm ci vuole un mix di sostanze che agiscono su fronti diversi.

«Bisogna innanzitutto aumentare la popolazione dei batteri “amici”» dice Alessandra Graziottin, direttore del Centro di ginecologia e sessuologia medica dell’ospedale San Raffaele Resnati di Milano. «Per farlo prescriviamo probiotici ad hoc, da assumere per via vaginale oppure per bocca. E per ridurre l’aggressività dei batteri e dei funghi che sono più spesso responsabili delle infezioni, cioè l’Escherichia coli e la Candida, utilizziamo il destro mannosio. È un estratto della betulla che ha la capacità di “staccare” il batterio dalle pareti e far sì che venga espulso con le urine. Infine, per debellare definitivamente i microrganismi si usa la N-acetil-cisteina, una sostanza antiossidante che dissolve il biofilm di germi dannosi». La cura dura circa sei mesi e rende i germi invasori di nuovo sensibili all’attacco del sistema immunitario. Si utilizza anche il succo di Morinda citrifolia, una pianta conosciuta anche come gelso bianco. Alcuni studi hanno visto che può aiutare a riparare i danni alle pareti vescicali e vaginali e ad attivare il sistema immunitario, accelerando la guarigione. Prima di prescriverla, però, bisogna verificare quali altri farmaci assume la paziente, per evitare interazioni.»

E proprio la Prof. Graziottin, in una intervista del 20 marzo 2018, ad una paziente che le domandava se queste infezioni urogenitali possano anche impedire il concepimento, rispose con  una frase emblematicaSu un terreno in fiamme non si semina!”. Chiaro dunque che, oltre ad essere fastidiose e, talora addirittura compromettenti la vita sociale e di coppia, risultano di impedimento al concepimento.

E del 2017 un articolo interessantissimo

“L’estroboloma è l’insieme di batteri in grado di modulare il ricircolo enteroepatico di estrogeni e influenzare così i livelli circolanti di questi ormoni e la loro escrezione. I batteri dell’estroboloma producono la beta-glucuronidasi, un enzima che deconiuga gli estrogeni e li trasforma nella loro forma attiva, capace di legarsi ai recettori degli estrogeni e influenzare così i processi estrogeno-dipendenti.
Se la flora intestinale è sana, in equilibrio, l’estroboloma produce la giusta quantità di beta-glucuronidasi necessaria per mantenere l’omeostasi degli estrogeni. Tuttavia, quando la flora è squilibrata (disbiosi), l’attività della beta-glucurnidasi può alterarsi. A questo segue sia un deficit che un eccesso di estrogeno libero, che può causare lo sviluppo di patologie estrogeno-correlate.
L’estrogeno regola i depositi di grasso e la differenziazione degli adipociti, il ciclo riproduttivo, il benessere cardiovascolare, il turnover delle ossa e la replicazione cellulare. La disbiosi intestinale, quindi, altera l’estroboloma che a sua volta influenza negativamente l’omeostasi estrogenica, il metabolismo degli zuccheri e dei lipidi e apre la strada ad una serie di malattie croniche: obesità, patologie cardiovascolari, osteoporosi, disturbi del ciclo, vaginiti, policistosi ovarica, endometriosi, ecc.
Numerose ricerche mostrano che un’adeguata integrazione di fermenti lattici è in grado di modulare l’estroboloma:

  • la somministrazione di lattobacilli ha ridotto il testosterone e normalizzato il ciclo ormonale in un modello animale di PCO; 
  • in un modello animale di menopausa, la somministrazione del Lactobacillus reuteri ha ridotto la perdita di tessuto osseo, dovuta a bassi livelli di esterogeni;
  • in un modello animale di endometriosi, la somministrazione di Lactobacillus gasseri è stato in grado di sopprimere la crescita ectopica di tessuto endometriale;
  • i lattobacilli hanno mostrato un azione anticancerogena nei confronti di tessuti tumorali della mammella.

Gli studi sugli effetti della probiotica nella regolazione dell’estroboloma sono ancora ai primi passi. Tuttavia, i dati sono incoraggianti e fanno ritenere che nelle patologie da disregolazione estrogenica sia comunque corretta e proficua una una costante integrazione con appositi probiotici.”

Il Prof.Ettore Palma, specialista in Ostetricia e Ginecologia Policlinico Umberto I di Roma, docente di Fisiopatologia e Microbiomica in Ostetricia e Ginecologia e di Bioetica Applicata, Università degli studi Roma Sapienza, in un corso di aggiornamento nel settembre 2021 ribadiva l’importanza dello stato di eubiosi intestinale quale fattore fondamentale per il ben- essere della Donna, sottolineando come, al contrario, la disbiosi, sia alla base delle patologie femminili, da cistiti e vaginiti, per arrivare a patologie ben più gravi. [Leggi anche]

Al Congresso di aggiornamento medico scienfico IL MICROBIOTA: IL REGISTA DELLA SALUTE VULVO-VAGINALE E LE SUE IMPLICAZIONI CLINICHE (Milano, 21 gennaio 2023), tra gli importanti interventi, ancora la Prof. Graziottin ha ampiamente illustrato il legame tra intestino ed apparato urogenitale, nonchè asse intestino-cervello, precisando come le Sue terapie contemplino l’utilizzo di probiotici mirati su ceppi specifici.

Quindi il ben noto Enterelle (con attività anti-batterica, anti-fungina,anti-parassitaria) oltre a Femelle (cistite,candidosi vaginale vaginosi batterica e menopausa) oltre a Serobioma, per “chiudere” la barriera intestinale, riportando in eubiosi a lungo termine, si confermano i soldati in campo nella guerra alle infezioni urogenitali… e non solo!

Sempre nel medesimo Congresso si è posta l’attenzione su Crispagyn,crema specifica di formulazione innovativa, che contiene Lactobacillus crispatus, naturalmente residente nella flora intima femminile, con benefica attività protettiva e lenitiva.

 

 

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